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Zoom: un successo che viaggia sui binari dell’amore


Alcuni affermano che l’amore sia il motore del mondo, altri lo considerano un luogo comune. Qualsiasi sia il pensiero di Eric Yuan, di certo lui all’amore deve molto.

Nato nella provincia dello Shandong da una coppia di ingegneri minerari, fin da piccolo manifesta una gran voglia di sperimentare e immaginare soluzioni innovative per il futuro.
Crescendo sviluppa un forte interesse per la tecnologia, passione che sfocia nell’iscrizione alla Shandong University of Science & Technology dove studia matematica applicata e informatica. Lo studio non è l’unica passione di Yuan, che in quegli anni si fidanza con quella che diventerà sua moglie e che lo aiuterà, inconsapevolmente, a dare vita a Zoom.

Se è vero che il treno passa una volta sola, Eric sedeva su quello giusto. 

Lo confermerà lui stesso in un’intervista nel 2017: “Ho immaginato per la prima volta Zoom quando ero una matricola universitaria in Cina e dovevo fare un viaggio di dieci ore in treno per vedere la mia ragazza. Detestavo quei viaggi e immaginavo altri modi in cui avrei potuto parlare con lei senza essere per forza costretto a quel genere di spostamenti”.

Eccola la scintilla che ha dato inizio all’incredibile storia di Zoom, che da cenerentola delle videochat è recentemente diventata l’app più utilizzata per le videochiamate.
Una crescita repentina dovuta all’emergenza Covid, che oltre a moltiplicare gli utenti, passati da 10 milioni nel dicembre 2019 a 200 milioni in soli 4 mesi (+1.900%), ne ha evidenziato alcune falle in tema di sicurezza.

Ma cos’è successo tra i lunghi viaggi in treno intrapresi per amore e il 2020, quando le azioni di Zoom hanno raggiunto il valore di 174 dollari l’una?

Dopo essersi sposato a 22 anni e aver terminato un master, Eric avvia una piccola startup software a Pechino, ma sogna la Silicon Valley. Ci vogliono ben due anni e nove richieste di visto d’ingresso negli Stati Uniti, per vedere accettata la domanda. Per fortuna Yuan non demorde e alla fine parte alla volta dell’America con un impiego come ingegnere in WebEx.

In quegli anni l’azienda è agli albori e non è un caso che Eric inizi proprio lì la sua carriera: lo scopo di WebEx è creare e immettere nel mercato un sistema che permetta di realizzare riunioni online. Solo successivamente la società sarà acquisita da Cisco per 3,2 miliardi di dollari.

I primi anni in WebEx passano scrivendo codici tutto il giorno, sforzo che porterà a una grande soddisfazione: nel 2007, con l’acquisizione, il futuro founder di Zoom verrà scelto per guidare il gruppo di ingegneri dell’azienda.

Nonostante la posizione prestigiosa, Eric non riesce a imporsi sulla società quando fa notare che il servizio offerto ha dei difetti su cui, a suo avviso, è necessario intervenire.
La frustrazione nel non riuscire a migliorare la qualità dell’offerta e la convinzione che prima o poi qualcuno realizzerà lo stesso servizio, ma in cloud, lo porta a lasciare Cisco nel 2011.

“So che ora diventa un viaggio lungo e molto difficile, ma se non ci provo, so che me ne pentirò”.

Yuan risponde così ai dubbi della moglie riguardo la scelta di lasciare uno stipendio e un ruolo ottenuti con anni di impegno.

Nell’estate dello stesso anno nasce Zoom. Un piccolo team e un grande sogno: creare un’unica piattaforma di videoconference capace di riunire le migliori caratteristiche dei big player già presenti sul mercato come Skype o Google Hangouts.

La visione ben chiara di Yuan non basta a convincere i finanziatori, ma grazie alla sua tenacia riesce a racimolare 3 milioni di dollari per far partire l’avventura di Zoom, che per il primo anno si chiamava Saasbee.

In uno scenario estremamente competitivo, già dominato dalla concorrenza, Eric sa che per emergere dovrà creare un prodotto perfetto. 

Ci vogliono due anni di sviluppo e nel 2013 il servizio viene lanciato, i suoi punti di forza sono principalmente 3:
  • Piena compatibilità dell’applicazione con qualsiasi dispositivo e browser
  • Velocità e qualità garantiti anche in aree con connessione debole
  • Prezzo per le aziende inferiore a quello dei competitor
Assieme al lancio arrivano anche i primi finanziatori, ma è nel 2017 che la startup diventa un unicorno, con una valutazione da 1 miliardo di dollari.
Due anni dopo Zoom è quotata in borsa.

Da allora è storia recente, nel bene e nel male.

Come raccontato in apertura, il 2020 si sta rivelando un anno incredibile per Zoom, sia per l’impennata degli utilizzatori, sia per i bug e i problemi di privacy emersi in seguito all’aumento esponenziale degli utenti.
«Non avrei mai pensato che da un momento all’altro il mondo intero avrebbe iniziato a usare Zoom. Sfortunatamente, non eravamo ben preparati, né mentalmente, né strategicamente».
Si è giustificato così Eric Yuan e, scusandosi personalmente, ha dichiarato: “Abbiamo chiaramente molto lavoro da fare per garantire la sicurezza. Posso promettere che prendiamo queste questioni molto, molto sul serio. Stiamo esaminando ognuna di esse. Se troveremo un problema, lo risolveremo”.

Passione, tenacia e spirito di osservazione, ecco i binari di questo viaggio!

A prescindere da come saranno le prossime evoluzioni del viaggio di Eric e di Zoom, è indiscutibile di come la loro sia una storia di successo che può insegnarci molto su come la passione spesso sia l’ingrediente più importante per riuscire in un’impresa.
Non c’è fatica od ostacolo insuperabile quando si desidera fortemente qualcosa, ma ovviamente non basta. L’incredibile avventura di Yuan è stata possibile anche grazie al suo coraggio di uscire dalla zona di comfort, lasciando un lavoro prestigioso e ben pagato per inseguire la sua visione, ma anche questo non sarebbe stato sufficiente.
Zoom e il suo enorme successo non avrebbero visto la luce se Eric non fosse stato capace di notare dei margini di miglioramento sui prodotti già sul mercato e non si fosse impegnato per creare qualcosa in grado di superarli.