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maggio

CANVA

La storia del tool che ha democratizzato il graphic design


Non tutte le storie di successo hanno inizio in un garage. Chissà se Melanie Perkins ne possedeva uno nel 2007, quando quasi ventenne pone le basi della sua carriera.
In quegli anni Melanie insegna ai suoi colleghi, gli studenti dell’Università dell’Australia Occidentale, a utilizzare programmi di graphic design.
Melanie Perkins si accorge immediatamente di quanto sia complicato per loro apprenderne l’utilizzo e allo stesso tempo sa quanto sia fondamentale poter produrre dei risultati di qualità: "I programmi erano complessi, costosi e considerati uno strumento solo per designer, ma la realtà digitale richiede che ogni singolo professionista crei quotidianamente contenuti visivi di alta qualità."

Proprio da questa intuizione ha inizio l’avventura di Canva: dalla capacità di Melanie di individuare la difficoltà e trasformarla in opportunità.
L’idea embrionale è creare uno strumento online che semplifichi l’attività di impaginazione degli annuari scolastici, spesso realizzati da studenti e volontari, che ben poco ne sanno di grafica.
Assieme al suo partner Cliff Obrecht assolda un freelance e crea la loro prima startup: Fusion Books.

Il business inizialmente trova spazio nel mercato: in breve tempo più di 400 scuole utilizzano il servizio, raggiungendo perfino il territorio francese. Nonostante la buona risposta l’attività fa fatica a decollare, mancano i finanziatori per poter fare un salto di qualità.
Durante i primi anni di questa avventura Melanie e Cliff si fanno le ossa, imparano a gestire un team, ad assumere nuove risorse, apprendono tecniche di vendita e soprattutto provano incessantemente a trovare finanziatori per il loro progetto.

LA SVOLTA

Melanie Perkins è tenace e non si dà per vinta, convinta della potenzialità della sua idea. Dopo oltre 100 rifiuti da parte di diversi potenziali finanziatori, finalmente arriva il riscatto: è il 2011 e a Perth c’è Bill Tai, investitore della Silicon Valley. Durante la sua permanenza in Australia Bill organizza una cena con altri venture capitalist, Melanie ne viene a conoscenza e decide di infiltrarsi, proponendo all’ignara ricca platea il suo progetto.

Da questa imboscata Perkins e Obrecht non ottengono un finanziamento, ma entrano in confidenza con Tai e grazie alla sua frequentazione conoscono Cameron Adams, ex dipendente Google.
Melanie e Cliff vedono in Cameron un potenziale partner e gli raccontano l’idea di una piattaforma che renda il design accessibile a tutti. Lui se ne innamora e decide di far parte del progetto. Ora il team è completo, è il 2012 e nasce Canva.

Grazie alle competenze di Adams, oltre alle influenti conoscenze nel mondo tech, il progetto decolla rapidamente, ottenendo finanziamenti per 3 milioni di dollari; anche il governo australiano scommette sulla startup sovvenzionandola.
Dopo un solo mese dalla messa online Canva ha 50 mila iscritti.

Il 2014 è l’anno del boom. Un nuovo finanziamento, 600 mila utenti e l’ingresso nel team di Guy Kawasaki, Chief Evangelist di Apple.
Grazie all’ingresso di Guy nel team, Canva ha definito i paradigmi su cui fondare la sua strategia di sviluppo, gli stessi che ancora persegue: sviluppare il prodotto sulla base delle esperienze dell’utente, sfruttare il passaparola di chi fruisce del servizio, coinvolgere gli utenti più attivi e mettere a disposizione contenuti sempre nuovi.

CANVA OGGI

Oggi Canva aiuta 20 milioni di utenti a realizzare progetti grafici in tutto il mondo ed è lo strumento preferito di tantissimi social media manager.
Questa enorme crescita è merito anche del modello di business, che basandosi su una logica Freemium ha attratto milioni di utenti che possono fruire gratuitamente delle funzioni base.
Una scelta premiante, al punto che la startup, valutata 3,2 miliardi di dollari, prevede di raggiungere i 200 milioni di dollari di fatturato nel 2020.

LA FORTUNA AIUTA GLI AUDACI E PREMIA I TENACI

Non è possibile individuare il principale motivo del successo di Canva.
Sono troppi gli elementi che hanno contribuito alla riuscita del progetto, sia dal punto di vista delle caratteristiche umane di chi l’ha creato, sia da quelle intrinseche del progetto.
La forza di Canva sta innanzitutto nell’idea che l’ha generata, capace di rendere semplice e accessibile qualcosa che fino a prima era considerato impossibile.

Non è semplice né usuale trovare soluzioni facili a problemi complicati, ma quando questo accade il successo è un passo più vicino. Esattamente come eBay ha reso aperto a tutti la possibilità di vendere online e Google ha messo l’informazione a disposizione di chiunque abbia una connessione, allo stesso modo Canva ha reso il graphic design alla portata di tutti.
Come lo stesso Guy Kawasaki ha dichiarato in un’intervista, infatti, "Apple ha reso democratico l’uso del computer. Canva democratizza il design. Mi piacciono le cose democratizzanti e Canva sta cambiando il mondo."

Anche nel caso di Canva, avere un team con diverse competenze ed esperienze è stato fondamentale nella riuscita del progetto.
Se non fosse stato per la caparbietà di Melanie e per la sua visione oggi dovremmo tutti imparare ad usare programmi professionali per impaginare qualsiasi cosa. Allo stesso tempo, se Cameron non si fosse lasciato affascinare e non avesse dimostrato capacità di immaginazione, forse Canva non avrebbe ricevuto i finanziamenti necessari al suo decollo.
Dall’incredibile avventura della giovane Melanie, del suo fidanzato Cliff e dei loro soci possiamo, infine, fare tesoro di una serie di suggerimenti:

  • Non basta una grande idea, per portare un’azienda al successo è necessario saperla comunicare per convincere gli altri della sua validità
  • La capacità di ascoltare il mercato e riconoscere le difficoltà del proprio pubblico di riferimento è fondamentale per esplorare opportunità con grandi potenziali e far crescere il business
  • Permettere agli utenti di testare gratuitamente un servizio in forma limitata è un’ottima esca per abbassare le loro resistenze e convertire in un secondo momento

Non sempre è possibile comunicare efficacemente, conoscere il target e analizzarne i comportamenti o scegliere il modello di business da adottare. Per questo avere un partner strategico con cui sviluppare la strategia e le attività di marketing della propria azienda si può rivelare la scelta vincente per scrivere una storia di successo.