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Airbnb

Il sito che ti fa sentire a casa anche in vacanza

Nel 2007 a San Francisco Brian Chesky e Joe Gebbia sono solo due giovani coinquilini che non riescono a pagare l’affitto.

Approfittando della grande affluenza di visitatori in città per il meeting dell’Industrial Designers Society of America, che ha fatto registrare il tutto esaurito negli hotel, decidono di provare a sfruttare il loro appartamento come Bed and Breakfast.

“Avevamo un soggiorno, una cucina, due camere ma nessun mobile” - racconta Brian Chesky in un’intervista su startup.com. - “Dissi ‘Joe, abbiamo un problema. Non abbiamo letti’. Lui mi rispose: ‘Non ti preoccupare, sono appena stato in campeggio’. E tirò fuori dal ripostiglio tre materassi gonfiabili”.

Nasce così airbedandbreakfast.com, una semplice pagina web per affittare i posti letto sui tre materassini (airbed). Basta un po’ di pubblicità in alcuni blog locali e le prenotazioni sono immediate, l’idea comincia a prendere forma.

Grazie a un amico informatico, Nathan Blecharczyk, decidono di sviluppare una piattaforma web che metta in contatto persone in cerca di un alloggio per brevi periodi con chi dispone di uno spazio extra in casa da affittare.

Ma una grande idea ha bisogno all’inizio di grande liquidità. Per finanziarsi provano quindi a ripetere le condizioni del primo successo: iniziano a promuovere la loro piattaforma nelle città dove convention, concerti o eventi fanno riempire gli hotel.

La sorpresa nei cereali

Il sito però fatica a ingranare e per poter apportare le migliorie che hanno in testa hanno bisogno di fondi immediati: li ottengono grazie a fortuna e creatività. Il 2008 infatti è l’anno delle elezioni presidenziali: decidono di promuovere la piattaforma nell’area di Denver, sede della convention nazionale dei democratici, e riescono a superare le 150 prenotazioni.

Non solo: una geniale trovata dà una spinta alla visibilità e liquidità del loro progetto. Creano infatti delle scatole di cereali con disegnate delle caricature dei due avversari alle elezioni, Obama e McCain, e le chiamano Obama O's and Cap'n McCains, per fare il verso a delle famose marche di cereali americane. Ogni scatola, numerata e in edizione limitata, riporta anche una pubblicità del loro sito.

Le vendono a 40$ l’una durante la convention, e riescono a ricavare 30.000$ per lo sviluppo della piattaforma. E anche una notevole visibilità, tanto da attirare l’attenzione di alcuni business angel, che iniziano a interessarsi al progetto.

L’importanza dell’immagine

Purtroppo le entrate settimanali non sono ancora abbastanza per sostenere il progetto, e i due giovani imprenditori decidono di scoprire quale sia il problema partendo dal loro mercato più grande. Decidono quindi di volare a New York per incontrare i loro utenti.

L’intuizione è giusta: capiscono che il problema principale sta nelle foto degli inserzionisti, di bassa qualità e poco curate, per niente invitanti. Armati di spirito d’iniziativa e macchina fotografica, decidono di produrre personalmente delle foto migliori per gli inserzionisti con più potenziale.

Il risultato non tarda ad arrivare: le prenotazioni mensili aumentano di quasi il triplo e il fatturato di Airbnb nella città di New York raddoppia. Ingaggiano quindi dei fotografi professionisti: nel 2012 i fotografi freelance impegnati a produrre foto sono più di 2.000, per 13.000 annunci in tutto il mondo.

Una grande casa globale

Con il successo della piattaforma, iniziano a sviluppare nuove funzionalità con l’obiettivo di migliorarne l’usabilità e il coinvolgimento degli utenti.

Molta importanza viene data all’ottimizzazione per dispositivi mobili, così che gli host possano inserire facilmente foto e descrizioni dettagliate nei loro annunci, e i viaggiatori le recensioni. Viene inserita una funzione “wish list”, che permette di salvare gli annunci preferiti utilizzando un’icona a forma di cuore: il coinvolgimento aumenta del 30%.

Un’ulteriore impulso alla forza della community arriva dalla creazione di un blog con una grande produzione di contenuti paralleli suoi luoghi visitabili dagli utenti. I vari social e il blog vengono ancora oggi integrati da storytelling sulle location e guide pratiche consultabili da chiunque.

Il senso di appartenenza e comunità viene riportato anche nel logo e nell’immagine del brand, che viene ridisegnata completamente nel 2014. Il restyling del brand è così azzeccato da diventare trending topic su Twitter e ottenere numerosi premi.

La realtà alberghiera più grande del mondo, che non ha nemmeno un albergo

Oggi Airbnb è presente in oltre 191 paesi e continua a espandersi a livello internazionale. Viene utilizzata da 150 milioni di utenti in tutto il mondo e ha trovato alloggio a più di mezzo miliardo di viaggiatori dal lancio della piattaforma.

Il 2020 è stato sicuramente un anno difficile, la crisi del turismo e l’impossibilità di viaggiare è stato un duro colpo anche per un’azienda così consolidata. I numeri però, soprattutto in Italia, fanno ben sperare per il futuro: l’ultima settimana di giugno 2020 ha registrato un aumento del 58% delle prenotazioni in Italia rispetto all’analogo periodo del 2019.

Grazie al lavoro sulla community svolto in questi anni, gli utenti si sentono sicuri a utilizzare la piattaforma anche in questo periodo, soprattutto per locali indipendenti e non condivisi, “ritenuti la miglior soluzione perché assecondano la psicologia del distanziamento sociale anti contagio”, rivela la rivista Altroconsumo.

La forza di una community

Airbnb deve innanzitutto il suo successo alla capacità dei suoi fondatori di intuire un cambiamento delle esigenze dei consumatori nel mercato dell’ospitalità e del turismo e nella capacità di saperlo cavalcare e gestire con soluzioni innovative.

L’azienda nasce infatti negli anni della crisi economica globale, un periodo storico che ha dato vita a nuovi modelli di business tipici della “Sharing economy”, basati sulla collaborazione e sulla condivisione di tempo, spazi, beni e denaro per ottenere, grazie al contributo di tutti, il massimo valore per la società.
È proprio su questo principio che si fonda il successo di AirBnb.

A questo aspetto si aggiungono altri fattori che hanno portato al successo di Airbnb negli anni, e che stanno permettendo all’azienda di superare la crisi del turismo del 2020, tra questi ricordiamo:

  • L’ascolto costante del mercato e la capacità di innovare
    Fin da subito Chesky e Gebbia hanno capito che i feedback degli utenti sono preziosi per il successo del business e, sulla base di questi, hanno investito costantemente nel miglioramento delle funzionalità e delle caratteristiche della piattaforma.
  • La creazione di una community di utenti fidelizzati
    La facilità con cui host e viaggiatori possono comunicare tra loro, la possibilità di scrivere recensioni a beneficio di tutti gli utenti del portale, la condivisione di contenuti, utili per tutti i vari aspetti di un viaggio, ha permesso a Airbnb di coinvolgere i propri utenti e di generare negli utenti un senso di appartenenza e di comunità, che trascende la semplice prenotazione di un soggiorno e che si mantiene costante nel tempo.

Nonostante le difficoltà dell’ultimo periodo, grazie a questi aspetti oggi Airbnb può beneficiare di una vera e propria community online, dove gli utenti si sentono coinvolti anche quando non hanno bisogno immediato dei servizi offerti e rimangono fedeli al brand.