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marzo

WhatsApp

LA STORIA DELL’APP CHE HA CAMBIATO LA COMUNICAZIONE MOBILE


La storia di WhatsApp, l’applicazione di messaggistica istantanea più usata negli ultimi anni, parte dalla storia del suo fondatore, Jan Koum, e della sua amicizia con il collega Brian Acton.

Emigrato dall’Ucraina negli Stati Uniti con la madre all’età di 16 anni, il giovane Koum per molti anni vive di lavoretti e sussidi governativi. Dopo il diploma impara da autodidatta a programmare, inizia l’Università e nel frattempo trova un buon impiego alla Ernst & Young, come collaudatore delle misure di sicurezza.
Nel 1997 incontra Brian Acton, con il quale nasce subito un’intesa, tanto che, l’anno dopo diventano colleghi in Yahoo!.

Verso il 2006, Koum inizia a mal tollerare il lavoro nell’ambito della pubblicità, tanto che nel 2007 lui e Acton decidono di licenziarsi da Yahoo! per passare un anno sabbatico insieme in viaggio per l’America Latina. Una volta tornati, si mettono subito all’opera per trovare un nuovo lavoro ed è in questo periodo di calma piatta che Koum acquista un iPhone e si mette a studiare il mercato, allora nascente, delle applicazioni mobile.

Guardando la rubrica del cellulare, un giorno a Koum viene l’idea di inserire degli aggiornamenti di status accanto ai nomi delle persone ("sono al lavoro", "ho la batteria scarica") per avvisare il proprio network ed evitare telefonate a vuoto.

Passare da questa idea iniziale allo sviluppo concreto, però, non è per nulla facile.

Dopo aver registrato il nome WhatsApp (una fusione tra ‘cosa succede’ e ‘App’), Koum passa giorni e giorni a creare il codice di back-end e a cercare di sincronizzare tutti i cellulari possibili, studiando tutti i prefissi internazionali del mondo.

La prima versione di WhatsApp, però, è soggetta a continui crash e blocchi: dopo averlo fatto girare tra qualche decina di amici, Koum arrivò persino a pensare di lasciare perdere il lancio di WhatsApp. Fu lì che per la prima volta intervenne il suo amico Acton: “Saresti un idiota a mollare proprio ora. Dagli ancora qualche mese”, gli disse.

La svolta avvenne a giugno 2009 quando Apple lanciò le notifiche push. Koum decise di sfruttare questa nuova funzione per fare delle modifiche a WhatsApp: l’applicazione inviava delle notifiche a tutta la rubrica ogni volta che l’utente cambiava il proprio stato.

I suoi amici iniziarono a utilizzare questa funzionalità, prima per inviarsi degli aggiornamenti e poi come una vera e propria chat, al posto dell’invio di SMS.

Koum intuì subito le potenzialità dell’app e aggiornò le funzionalità di WhatsApp trasformandola in un sistema di messaggistica istantanea. “Riuscire a contattare in tempo reale qualcuno che si trova dall’altra parte del mondo su un dispositivo che è sempre con te era una cosa davvero potente” ha affermato Jan Koum.

WhatsApp iniziò a diffondersi e Koum convinse Acton a entrare in società.

Nel 2014 Mark Zuckenberg propose formalmente a Koum di unirsi alla direzione di Facebook, 10 giorni dopo Facebook annunciò ufficialmente l’acquisizione di WhatsApp per 19 miliardi di dollari.

WHATSAPP OGGI

WhatsApp oggi non è solamente una piattaforma di messaggistica istantanea, ma è molto di più. Infatti, le numerose funzioni che sono state aggiunte nel corso degli anni, hanno permesso a WhatsApp di arrivare in terza posizione nella classifica dei 20 Social Network più famosi e utilizzati al mondo.

Nel 2019 ha raggiunto 1 miliardo e 600 milioni di utenti attivi in tutto il mondo.

WhatsApp continua a dominare il panorama delle piattaforme social più utilizzate nel nostro paese: secondo il report We Are Social, nel 2019 è utilizzata dall’84% degli italiani, superando addirittura Facebook.

ASCOLTARE IL MERCATO E SPERIMENTARE NUOVE TECNOLOGIE

Dalla storia di WhatsApp possiamo cogliere alcuni spunti interessanti:

  • stare al passo con l’evoluzione della tecnologia permette di avere e mettere in pratica nuove idee;
  • in un progetto di innovazione tecnologica è importante testare diverse tecnologie e opzioni, cambiando anche strada se necessario;
  • è fondamentale saper ascoltare e seguire il mercato, anche se questo rovescia l’idea iniziale di un progetto: una tecnologia può essere pensata per uno scopo ma poi avere un altro utilizzo, l’importante è stare al passo.